Le origini della GUBANA si perdono nel tempo. Il suo nome nel dialetto locale è GUBANZA, italianizzato successivamente in GUBANA. Nel tempo, dal dolce tipico della festa e da tipica ghiottoneria della povera gente, la Gubana si è via via trasformato in un dolce adatto al consumo giornaliero: a colazione, a merenda o a chiusura di pranzo.
Prima di servirla è consigliabile tenerla alcune ore in ambiente riscaldato. Per gustare tutta la sua fragranza ed esaltarne il sapore si consiglia di non fare alcuna aggiunta e di sposarla con un Tocai friulano o con un vino bianco amabile. Per gli amanti della grappa consigliamo di consumarla come dessert leggermente accompagnata con dello Slivowitz versato sulle fette. Nella tradizione la Gubana veniva regalata dagli sposi agli invitati come dono di accoglienza. Anche oggi è un pensiero gradito in ogni lieta occasione. Grazie ai suoi ingredienti genuini e semplici, dalle tavole dei contadini ha imposto il suo gusto in quelle dei Papi, duchi e patriarchi; da fonti storiche si legge che una Gubana fu offerta dagli abitanti delle Valli del Natisone a Papa Gregorio XII nel 1409 in occasione della sua visita a Cividale per un Concilio.
L'originale Gubana delle valli del Natisone è di pasta lievitata non di pasta sfoglia, ripieno di frutta secca pari circa a metà del suo peso, più alcuni distillati di pregio in dose stimolante al punto giusto che contribuiscono ad arricchire il bouquet di sapori e lo rendono un dolce saporito, leggero e digeribile per tutte le età poiché l'alcool in essi contenuto evapora durante la cottura in forno.
Per molte ragioni la Gubana si distingue dagli altri dolci: la sua naturale genuinità dovuta alla scelta accurata degli ingredienti, la capacità nutritiva grazie ai farinacei e agli zuccheri, la carica vitaminica e l'uso di essenze caratteristiche dei frutti che in essa si trovano.
In casa come sul prato, in montagna come al mare, d'estate o d'inverno, la Gubana porta una ventata di freschezza, di aromi originali, di ricchi sapori inconfondibili.